martedì 14 dicembre 2010

Quattro cose

Ci sono mattine nelle quali trovo impossibile vivere lontano dalla Grazia di Dio, mattine come questa in cui prima di ogni cosa prendo l'automobile e vado al santuario della Consolata a cercare un confessore. Questa mattina ho trovato uno dei più bravi ed ispirati confessori del santuario; dopo aver ascoltato la mia confessione, quasi sempre uguale a se stessa, mi ha indicato una strada composta di 4 cose: 
- la confessione frequente 
- la preghiera personale quotidiana 
- la preghiera comunitaria del mercoledì 
- la vigilanza costante contro le tentazioni 

Adesso sono rientrato e voglio fissare innanzi tutto nel mio cuore queste quattro cose, e allora tanto per cominciare le fisso qui, sul mio diario, e poi vado a leggere la Parola del giorno e la preghiera. 

Matteo 21, 28-31
"Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò. Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?"

rendo mia la preghiera suggerita da Don Guido ...

Signore, 
io sono tuo figlio, 
Tu chiedi anche a me ogni giorno 
di andare a lavorare nella vigna. 
Mi chiedi lo sforzo di muovermi verso un altro luogo, 
o semplicemente verso altro, 
ma di farlo sul serio, mettendoci una parte di me.
Aiutami a far sì che la mia risposta sia concreta già nelle piccole cose; 
che non siano solo sogni di bene 
quelli che riempiono la mia anima e la mia bocca;

che i miei finti "Sì"
diventino sempre più dei "No" 
di cui pentirsi.

Non è una coincidenza che questa parola e questa preghiera arrivino proprio al mio cuore pentito e deluso di questa mattina, consolato e perdonato, riempito di propositi di bene. Non è una coincidenza la mia corsa al santuario in questa giornata, ma come diceva il sacerdote, è un'ispirazione.

Grazie Signore Gesù!

1 commento:

Stefano ha detto...

mettere in pratica il Vangelo è difficilissimo ma nostro dovere,sopratutto vicino a tanta zizania,questo vuol dire entrare dalla porta stretta, le tentazioni sono sempre davanti a noi,dobbiamo sforzarci di resistere come disse Paolo mortificando noi stessi, lasciando l'uomo vecchio per far spazio a quello nuovo.
Per ognuno di noi il percorso è diverso ma uguale la speranza di salvezza, daltronde come disse Gesù che senso ha per un uomo possedere il mondo se poi perde la propria anima?