sabato 22 novembre 2008

Una parola che ferisce

Anche in questa mattina di sabato la luce del giorno riempie ogni cosa, io esco di casa in tempo per giungere di fronte a Gesù e recitare le lodi del mattino prima della Messa.
E' una preghiera di lode, una preghiera di ringraziamento, un preghiera che riconosce la maestà del Signore e le meraviglie che Egli ha fatto il il Suo popolo.

Da qualche giorno ormai la prima lettura è presa dall'Apocalisse di Giovanni, devo ammettere che stento a seguire quelle visioni profetiche, il primo pensiero è quasi sempre che tutte quelle cose accadranno sì, ma in un lontano futuro, quando io avrò già lasciato questa vita.

SALMO 143
... Sei tu Signore, mio rifugio e mia salvezza.

Dopo pochi istanti, il Vangelo è raggelante ...

... Gesù rispose: "I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito, ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie nè marito; e nemmeno possono più morire, perchè sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. ...

non ho il coraggio di leggere sino in fondo al mio cuore, perchè alla luce di questa parola, troverei risposte che non voglio ascoltare. E allora mi fermo, chiedo al Signore di illuminarmi su questo, sul mio cammino e sulla mia compagna di viaggio. Davvero Gesù vuoi che io cammini da solo ? Davvero vuoi che la mia strada si divida da quella della donna che hai posto accanto a me tempo fa ? Su questo cercherò delle conferme, su questo andrò più a fondo.

Chiedo a Gesù di aiutarmi a compiere il prossimo passo verso di Lui, perchè desidero avvicinarmi, perchè voglio camminare sotto la Luce del Suo Spirito.

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